lunedì 24 febbraio 2014

Più Basket in RAI

Più Basket in RAI: http://www.piubasketinrai.it/

Non è giusto che nel “servizio pubblico” svolto dalla Rai, più di un milione di utenti che pagano il canone - tutto il grande mondo del Basket: dagli atleti, alle famiglie, ai bambini, agli appassionati, ai tifosi - sia sistematicamente ignorato dai Tg e dalle trasmissioni di intrattenimento sportive e generaliste.


Non è giusto che a tutti loro sia impedito di sapere i risultati, le classifiche, e non si parli mai dei nostri progetti e del nostro lavoro. Crediamo che questa situazione di oscuramento sia una grave violazione del contratto di servizio attraverso il quale alla Rai sono affidati compiti di completezza e proporzionalità di informazione. Ci appelliamo a tutti quelli che devono vigilare perché ciò non debba più accadere.

Questo è il testo della lettera che è stata indirizzata agli Amministratori e ai Direttori Responsabili della Rai nonché agli Organi di Governo e Vigilanza.

Sottoscrivila anche tu per dare più forza all'iniziativa.

Oggetto:    visibilità del mondo della Pallacanestro nella programmazione e nel palinsesto R.A.I. 

Spettabili Signori, scriviamo la presente, prima ancora che nella nostra veste formale di proprietari e rappresentanti di squadre professionistiche di pallacanestro maschile di Serie A, come appassionati di tale pratica sportiva, per evidenziare e contestare le modalità del tutto inadeguate con cui il Basket viene trattato nell’informazione e nell’approfondimento da parte del Servizio Pubblico Televisivo. Allo stato attuale, infatti, non vi è alcuna corrispondenza tra il rilievo sociale, culturale ed ovviamente sportivo della Pallacanestro e la visibilità data dalla R.A.I. nella propria programmazione e nel proprio palinsesto.Sia consentito ricordare come il D.Lgs. 177/2005 individui specifici compiti ed obblighi di pubblico servizio che la società concessionaria è tenuta ad adempiere, nell’ambito della sua complessiva programmazione, “al fine di favorire l’istruzione, la crescita civile e il progresso sociale” (art. 7, comma 4, del D.Lgs. 177/2005), tra i quali compiti, in particolare, vi è quello di garantire “un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all’educazione, all’informazione, alla formazione, alla promozione culturale” (art. 45). 

I richiamati principi sono stati declinati con rigoroso dettaglio nel vigente Contratto Nazionale di Servizio tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la R.A.I. S.p.a., concessionaria del servizio pubblico fino al 2016. In tale contratto si è, in particolare, precisata la missione del servizio pubblico (art. 2) che consiste “nel garantire all’universalità dell’utenza un’ampia gamma di programmazione e un’offerta di trasmissioni equilibrate e varie, di tutti i generi, al fine di soddisfare … le esigenze democratiche, culturali e sociali della collettività” nonché di assicurare “qualità” e “pluralismo” dell’informazione. 

La realizzazione, da parte della società R.A.I. S.p.a., di un’offerta complessiva di qualità deve avvenire nel rispetto, oltre che di quanto previsto dall’art. 45 del D.Lgs. 177/2005, anche di alcuni principi e criteri generali, tra cui, in particolare, quello di “garantire il pluralismo, rispettando i principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell’informazione”, quello ancora di “assicurare un elevato livello qualitativo della programmazione informativa, ivi comprese le trasmissioni di informazione quotidiana e le trasmissioni di approfondimento”, nonché, per quanto rileva nella presente sede, quello di “garantire la comunicazione sociale attraverso trasmissioni dedicate allo sport sociale, assegnando spazi adeguati alle associazioni rappresentative del settore” (art. 2 del Contratto). 

Nell’informazione, in generale, e nell’informazione sportiva, in particolare, la R.A.I. S.p.a. , proprio in quanto concessionaria di un servizio pubblico, ha dei precisi doveri di completezza dell’informazione medesima, che deve essere ispirata al pluralismo e all’obiettività, ma soprattutto, nello specifico settore sportivo, alla “socialità” dello sport. Il pluralismo dell’informazione coniugato alla socialità dell’evento si traduce in un puntuale dovere da parte del concessionario, che dovrà garantire adeguati spazi e rilievo a quegli sport che sono socialmente apprezzati e seguiti dal pubblico. Tanto più lo sport è “sociale”, nel senso sopra descritto, quanto più dovrà essere assegnato nei programmi di informazione uno spazio adeguato alle associazioni rappresentative del settore. Senza che possa esservi un trattamento discriminatorio per cui, a parità di rilievo sociale, ad uno sport venga assegnato un peso maggiore di un altro, sia in termini di durata dell’informazione che di collocamento dell’informazione stessa nel palinsesto televisivo (per esempio relegando l’informazione o la cronaca in orari notturni o al di fuori delle reti generaliste, notoriamente di maggior ascolto).

Tutto ciò, all’evidenza, non avviene per la Pallacanestro, ingiustamente discriminata.

E non avviene da molto tempo. 

Lo sport della Pallacanestro si caratterizza per alcuni dati ufficiali del pubblico pagante che, pur noti, ci permettiamo di raffrontare con quelli del mondo del Calcio, sottoponendoli alla Vostra attenzione:
Gli spettatori paganti presenti alle partite di Pallacanestro Maschile di Serie A più Legadue, relativamente alla stagione 2012/2013, sono stati mediamente 3.000 (4.000 Serie A, 2.000 Legadue, fonte Siae), rispetto alla media di 14.800 spettatori della Serie A più Serie B di Calcio (24.700 Serie A e 4.900 Serie B, fonte Lega Calcio A e B).
Da questo dato risulta che nel 2012/2013 gli spettatori paganti della Pallacanestro sono stati pari al 20% degli spettatori paganti del Calcio.
Se si volesse ragionare su dati complessivi, sempre per la stagione scorsa 2012/2013, il dato degli spettatori paganti per la Pallacanestro andrebbe correlato alle 522 partite di Campionato svolte (285 per la serie A più 237 per la Legadue, stagione regolare più playoff). Il totale che ne risulterebbe è di 1.614.000 spettatori paganti complessivi (1.140.000 per la serie A e 474.000 per la Legadue). Il dato per il Calcio andrebbe correlato alle 848 partite di Campionato svolte (380 per la serie A più 468 per la serie B, stagione regolare per la serie A e B, più playoff della serie B). Il totale che ne risulterebbe è di 11.679.200 spettatori paganti complessivi (9.386.000 per la serie A più 2.293.200 per la serie B).
Da questo dato risulta che nel 2012/2013 gli spettatori paganti complessivi della Pallacanestro sono stati pari al 14 % degli spettatori paganti complessivi del Calcio (trascurando però il dato che il Calcio gioca complessivamente 326 partite in più della Pallacanestro).
Il mondo della Pallacanestro in Italia conta 318.892 tesserati (fonte Fip aggiornato al 2012) mentre il mondo del Calcio conta 1.387.046 tesserati (fonte Figc aggiornato al 2012).
Da questo dato risulta che nel 2012 i tesserati del mondo della Pallacanestro sono stati pari al 23% dei tesserato del mondo del Calcio.   Già questi primi dati numerici consentirebbero al mondo della Pallacanestro di richiedere dignità e visibilità proporzionata alle persone che il movimento coinvolge nei programmi di informazione ed approfondimento sportivo, in particolare nei Telegiornali, dove la Pallacanestro non compare mai….  
Va inoltre considerato che la percentuale di riempimento degli impianti sportivi è mediamente del 77% per la Pallacanestro, con punte del 90% per 6 delle 16 squadre della massima serie. Per il Calcio tale percentuale scende a circa il 33% per la Serie B ed a circa il 55% per la Serie A. Se gli impianti sportivi dedicati alla Pallacanestro avessero capienza maggiore, il numero di spettatori aumenterebbe ancora.
Gli spettatori diretti della Pallacanestro hanno una percentuale di tifo organizzato sul totale degli spettatori delle singole partite assolutamente minore rispetto al Calcio, con un evidentissimo minor costo per sicurezza e controllo dell’ordine pubblico.
Inoltre, fattore che va tenuto in elevata considerazione per l’aspetto sociale, la Pallacanestro è uno sport per famiglie, come tale veicolo di valori positivi aventi elevata rilevanza collettiva.
Conseguentemente, lo spettacolo sportivo veicolato dalla Pallacanestro riempie i Palasport, vanta in termini numerici assoluti la dignità del secondo sport più seguito in Italia, vede una elevatissima presenza di spettatori non appartenenti al tifo organizzato. 

Nonostante ciò la Pallacanestro non viene adeguatamente premiata dalla visibilità nella programmazione radiotelevisiva di informazione ed approfondimento sportivo, in particolare nei Telegiornali; quanto meno non lo viene con lo stesso rilievo dato al mondo del Calcio. 

Si consideri che all’interno della trasmissione “Domenica Sportiva”, già quasi interamente dedicata al Calcio di Serie A, ben 10 minuti sono riservati alla rubrica “A tutta B”, laddove per la Serie A di Basket non vengono nemmeno riportati i risultati delle partite e la classifica generale delle squadre. Si tratta di una situazione di dis-informazione (rectius, di non-informazione) che viola apertamente i doveri di pluralismo, di adeguatezza e completezza dell’informazione cui dovrebbe ispirarsi il servizio pubblico; situazione che non può essere ulteriormente tollerata. 

Alla luce di quanto sopra esposto si chiede:

-       Che venga fissato, al più presto un incontro con i responsabili della programmazione e con i Direttori dei Canali e delle Testate della R.A.I. S.p.a. riportati in indirizzo, unitamente, qualora di competenza, ai rappresentanti del Ministero delle Comunicazioni, ente concedente, al fine di esporre più compiutamente le nostre richieste affinché sia garantita una informazione corretta e pluralista; 

-       Che venga dato un adeguato rilievo al mondo della Pallacanestro nelle trasmissioni delle reti generaliste e delle radio della R.A.I. S.p.a. (RAI 1, RAI 2, RAI 3; Radio RAI), in fasce orarie adeguate ad un pubblico familiare; -       Che al Campionato della Pallacanestro venga dato nei TG e nei TG Radio un rilievo proporzionato al proprio bacino di utenza, rispetto al Calcio, sia in termini di durata dell’informazione, sia in termini di visibilità dell’informazione stessa (nell’ambito, in particolare, delle trasmissioni di maggior ascolto), e quindi pari almeno a circa il 20% del tempo dedicato al Calcio. 

-       Si ribadisce pertanto la necessità che venga fissato un incontro con i responsabili della programmazione, nel palinsesto e nell’informazione della R.A.I. S.p.a. e che si intervenga al più presto, ognuno per le proprie competenze, per riassegnare alla Pallacanestro nella programmazione e nel palinsesto della R.A.I. il rilievo che le appartiene.   

In difetto di un sollecito riscontro alle nostre legittime richieste, è ferma intenzione di chi scrive non tollerare ulteriormente la descritta situazione di svantaggio a scapito del mondo della Pallacanestro, ricorrendo ad ogni forma di tutela possibile per le finalità sopra citate. 

In attesa di un positivo accoglimento delle nostre istanze, si porgono i nostri più cordiali saluti.




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